giovedì 29 ottobre 2015

I DISTURBI SPECIFICI DI LINGUAGGIO



Che cosa sono e come si manifestano
I disturbi specifici del linguaggio interessano la comprensione e la produzione di parole e/o frasi. Possono presentarsi con un ritardo nella comparsa delle singole parole, alterazione nella produzione dei suoni linguistici o anche difficoltà a livello lessicale, sintattico-grammaticale (la struttura della frase) o pragmatico.
Le difficoltà linguistiche in età evolutiva possono manifestarsi in associazione con altre condizioni patologiche (deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi e relazionali), o presentarsi in forma isolata. Nel primo caso si parla di disturbi del linguaggio secondari (o associati al disordine primario), mentre si definiscono primitivi o "specifici" i ritardi o disordini del linguaggio in cui non sono identificabili fattori causali noti.

I disturbi specifici di linguaggio possono essere classificati in base alla compromissione delle diverse aree linguistiche:
1.    Ritardo semplice di linguaggio (disordine fonologico): quando la compromissione prevalente è a carico del sistema fonologico
2.    Ritardo specifico di linguaggio: quando la compromissione prevalente è a carico dello sviluppo lessicale
3.    Disfasia evolutiva: quando la compromissione prevalente è a carico del sistema sintattico
4.    Disturbo semantico-pragmatico: quando la compromissione maggiore è a carico delle integrazioni metalinguistiche, del linguaggio come sistema di controllo del comportamento e delle integrazioni logico-linguistiche.

L’acquisizione linguistica del bambino
·      4-8 mesi: comparsa della lallazione
La lallazione è l’emissione di suoni ripetitivi costituiti da consonante e vocale come ma ma ma, ma può anche variare come ba da, in tal caso si parlerà di lallazione variata.
·      9-18 mesi: comparsa delle prime parole e dei gesti comunicativi
A 12 mesi il bambino comprende in media circa 50 parole che in genere riguardano: le azioni familiari; i piccoli giochi; le parti del corpo; i divieti, cioè tutto ciò che gli adulti hanno detto e regalato di linguistico.
Inoltre sempre intorno ai 12 mesi comincia a riprodurre parte delle parole da lui comprese.
I bambini sviluppano spontaneamente due tipi di gesti:
1.    Indicativi: indicare.
2.    Descrittivi: per riferirsi ad azioni e proprietà di oggetti.

·      18-24 mesi: esplosione del vocabolario
Dopo le prime 50 parole assistiamo a quella che in ricerca viene definita come “L’esplosione del Vocabolario”. Dal 19° mese il vocabolario cresce in modo esponenziale, la stima (tuttora discussa dai ricercatori) è di 9 parole nuove al giorno, di 63 parole a settimana. E’ una fase però che non tutti i bambini attraversano, secondo gli esperti, ma, che ci sia o no, nulla toglie al fatto che a 4 anni i bambini padroneggino oltre 5ooo parole, se non ci sono stati importanti ostacoli al percorso.

·      24-36 mesi costruzione della frase.
I bambini lasciano la struttura dell’olofrase (una parola per esprimere una frase) e si avviano alla combinazione di due parole (solitamente SV) ampliando sempre di più le loro strutture sintattiche fino al raggiungimento del linguaggio adulto (6-7 anni).

I campanelli di allarme: come riconoscere precocemente un disturbo del linguaggio

Possono essere evidenziati in modo precoce alcuni fattori di “rischio”:
·      assenza di lallazione prima vocalica e poi consonantica (dai 5-7 mesi ai 9-10 mesi);
·      assenza di utilizzazione dei gesti deittici (indicare, dare, mostrare) e referenziali (12-14 mesi)
·      mancata acquisizione di “schemi d’azione con gli oggetti” (utilizzo specifico dell’oggetto in uno schema d’azione, 12 mesi)
·      assenza o ridotta presenza di “gioco simbolico” (“gioco del far finta” 24-30 mesi)
·      vocabolario ridotto ( meno di 20 parole a 18 mesi; meno di 50 parole a 24 mesi)
·      ritardo nella comparsa delle prime combinazioni di gesto-parola
·      deficit nella comprensione di ordini non troppo contestualizzati e che implicano una decodifica linguistica (24-30 mesi)
·      persistere di espressioni verbali incomprensibili dopo i 30 – 36 mesi.

Tutti questi segnali sono da valutare attentamente soprattutto se sono contemporaneamente presenti 2 o più di questi indicatori.

Come si diagnosticano
La diagnosi non può prescindere da un’accurata valutazione neurospicologica e logopedica, precedute da un’anamnesi dettagliata ed eventualmente degli approfondimenti medici (es: visita audiometrica). Nella programmazione di un intervento riabilitativo infatti si deve tener conto sia delle difficoltà che dei punti di forza del bambino ed è necessaria quindi la conoscenza del profilo del bambino su molteplici aspetti.

Come si interviene
L’intervento d’elezione per un disturbo specifico di linguaggio è quello logopedico ma poiché spesso i disturbi del linguaggio si presentano in concomitanza con altre problematiche è necessario valutare caso per caso per considerare le modalità più opportune di intervento anche con il coinvolgimento di altri professionisti (es: terapista della neuro e psicomotricità).

Dott.ssa Silvia Santacaterina
Logopedista
Elicriso Psicologia e Riabilitazione

Riferimenti bibliografici:

Disturbi specifici di linguaggio Chilosi, Cipriani, Fapore, 2002.
Presa in carico e intervento nei disturbi dello sviluppo Mariani, Marotta, Pieretti, 2009.
Il disordine fonologico nel bambino con disturbo di linguaggio Sabbadini, De Cagno, Michelazzo, Vaquer 2004.