lunedì 1 ottobre 2018

La figura dell'Ortottista e i DSA








Chi è l’Ortottista?                                
E’ un professionista sanitario che ha conseguito la laurea in “Ortottica ed assistenza oftalmologica”, appartenente alla facoltà di Medicina e Chirurgia.
L’ortottista si occupa di:
·      Prevenzione, valutazione e riabilitazione dei disturbi visivi che impediscono una «visione binoculare» normale (la visione dei due occhi insieme);
·      Strabismo a tutte le età: l’intervento dell’ortottista nel bambino ha lo scopo di individuare precocemente l’ambliopia (il così detto “occhio pigro”) e di riabilitare la motricità oculare. Nell’adulto invece mira a risolvere dal punto di vista funzionale il problema della diplopia (o visione sdoppiata);
·      Studio dei movimenti oculari, essenziali nella letto-scrittura e nei disturbi dovuti alla cattiva postura;
·      Ipovisione, in età pediatrica ed adulta;
·      Esame della refrazione;
·      Esami strumentali oculistici Es: esame del campo visivo, tonometria, topografia corneale, OCT, esami elettrofisiologici ecc.;
·      Assistenza nella sala operatoria in interventi di chirurgia oftalmica.
Svolge la sua attività in collaborazione con Medici ed altre Professioni sanitarie, nelle vesti di libero professionista o come dipendente presso diverse strutture:
·      Strutture del Servizio Sanitario Nazionale o analoghe strutture private (ospedali, cliniche, ambulatori, studi medici)
·      Servizi di Neuropsichiatria Infantile e di Riabilitazione
·      Centri di Ipovisione    
La riabilitazione ortottica nei DSA, ADHD e DCD
Negli ultimi anni è aumentata l’attenzione degli esperti riguardo il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), perché sono cambiate le nostre esigenze visive e culturali. I bambini con DSA vengono seguiti da un’equipe multidisciplinare, che include lo psicologo, il neuropscichiatra infantile, il logopedista, il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, l’oculista ed anche l’ortottista. La presa in carico del paziente è infatti un processo integrato e continuativo che garantisce interventi utili a ridurre il disturbo ma soprattutto a favorire l’inserimento scolastico, sociale e lavorativo del piccolo paziente.
Il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) può riguardare:
·      Dislessia, disturbo nella lettura
·      Disortografia, disturbo nella scrittura
·      Disgrafia, disturbo nella grafia
·      Discalculia, disturbo nelle abilità di numero e calcolo


Spesso nel bambino sono presenti due o più di queste condizioni di DSA, e possono associarsi a disturbi neuropsicologici, tra cui il disturbo dell’Attenzione con Iperattività (ADHD) e il deficit di coordinazione motoria (DCD).
 La figura dell’ortottista nei DSA, ADHD e nei DCD valuta e riabilita, se necessario, i movimenti oculari (saccadici e lenti di inseguimento), fondamentali nelle attività di lettura, scrittura e correttezza ortografica. Diversi studi hanno infatti dimostrato che i movimenti oculari, se alterati, possono influire sulla resa scolastica del bambino sommandosi ad eventuali difficoltà di base ed interferendo anche sull’attenzione e la concentrazione.
Il trattamento ortottico avrà quindi lo scopo di potenziare la correttezza e la precisione dei movimenti oculari, delle abilità oculo-motorie e visuo-percettive, aiutando così il bambino non solo nello svolgimento delle attività scolastiche ma anche in tutte quelle attività di vita quotidiana che vedono interessate queste abilità.
Attenzione: Una visita oculistica di routine, specialmente se non associata ad una valutazione ortottica, può non identificare la difficoltà nei movimenti oculari!


Che cos’è l’Ambliopia?
L’Ambliopia, conosciuta come “occhio pigro”, consiste in un’alterazione della funzione visiva che si traduce in una diminuzione dell’acuità visiva (visus) non correggibile con gli occhiali. Si manifesta in età infantile e può migliorare se si interviene tempestivamente. Le cause più frequenti dell’insorgenza dell’”occhio pigro” sono: strabismo, difetti refrattivi non corretti (miopia, ipermetropia ed astigmatismo), differenza di difetto di vista tra un occhio e l’altro, anomalie presenti alla nascita (come abbassamento della palpebra o cataratta). La terapia antiambliopica deve essere iniziata il prima possibile e consiste perlopiù nell’uso di bende oculari (occlusione). La durata e il dosaggio del trattamento variano secondo l’età del paziente, l’entità dell’ambliopia e la collaborazione della famiglia del bambino.