Il vaginismo è un
disturbo che impedisce alla donna di avere rapporti sessuali completi pur
avendo una struttura anatomica senza problemi.
Il termine vaginismo fu coniato dal ginecologo americano Sims
(1861); secondo la classificazione proposta dal DSM IV (Apa 2000), si intende
“la ricorrente o persistente contrazione involontaria dei muscoli che
circondano il terzo esterno della vagina quando si tenta la penetrazione
vaginale con pene, dita, tamponi o speculum”. Questo non significa che la donna
non abbia desiderio sessuale, ma ha difficoltà nei tentativi di penetrazione. Si
parla di vaginismo primario quando non
c’è mai stata penetrazione, si parla di vaginismo secondario quando dopo un
periodo di assenza di difficoltà, si inizia a manifestare il sintomo.
Le Cause
Con l’affermarsi di
nuove teorie psicopatologiche, sono emersi diversi punti di vista rispetto alle
cause del Vaginismo. Ciò che accomuna le varie teorie è che il vaginismo si
vede come un disturbo psicofisiologico, con elementi fobici risultanti da
attuali o immaginarie esperienze negative con la sessualità/penetrazione e/o
patologie organiche (Masters, Johnson, 1970). La paura e l’ansia rispetto alla
penetrazione sono espresse in modo fisiologico attraverso lo spasmo
involontario dei muscoli che caratterizza il vaginismo (Reissing et al., 1999).
La sessualità nel caso di vaginismo può essere associata a
stimoli e pensieri negativi: una scarsa educazione sessuale, i tabù, un’ipervalutazione
della verginità, le esperienze sessuali precoci negative o l’abuso, la paura
del dolore, la violenza sessuale, una gravidanza indesiderata, o i rischi
legati al concedersi ad un’altra persona, possono essere associati con la paura
della penetrazione fino ad arrivare a strutturare una vera e propria fobia.
Il ruolo del Partner
L’esperienza clinica invita a soffermare l’attenzione sul
ruolo del partner all’interno della coppia che presenta problemi di vaginismo.
Da diversi studi (Simonelli et al., 2003; Graziottin 2003), si sono riscontrate
alcune caratteristiche psicologiche ricorrenti nel partner della donna che
presenta questo disturbo. L’uomo in genere, risulta essere poco interessato
alla sessualità, non mette in discussione il sintomo della compagna attraverso
richieste pressanti, e spesso è portatore egli stesso di una difficoltà
sessuale (es. disturbo erettile, o eiaculazione precoce) che viene occultato
dal vaginismo della donna.
Il trattamento
Durante l’anamnesi è
molto importante inizialmente concentrare l’attenzione sulla durata e
l’intensità del dolore; questa prima fase consente alle pazienti di esprimere
il loro sentimento riguardo alla situazione che stanno vivendo, in una
situazione protetta (setting) con una persona competente (sessuologo).
Molto spesso le donne affette da vaginismo ignorano la
conoscenza anatomo-fisiologica dei genitali maschili e femminili e la
fisiologia del rapporto sessuale ed è molto importante approfondire questo
aspetto che apparentemente sembra di scarsa importanza.
Le tecniche
comportamentali focalizzate ad una progressiva dilatazione vaginale, sono
efficaci per aiutare la donna a sviluppare un controllo volontario dei muscoli
della vagina, in modo da gestire consapevolmente lo spasmo che impedisce la
penetrazione.
L’esplorazione dei
genitali e la progressiva introduzione di un dito e di un tampone interno, aiutano a fare
esperienza della capacità della vagina di contenere senza dolore. Il
coinvolgimento del partner avviene in un secondo momento. Il coito sarà
l’obiettivo finale del trattamento. Durante il trattamento verranno
approfonditi i problemi psicologici associati, quali senso di colpa, ansia del
rapporto, sensazioni di inadeguatezza, e aspetti tecnici più specifici legati
al rapporto sessuale stesso.
È molto importante far sottoporre la donna ad una visita
ginecologica all’inizio dei colloqui perché aiuta ad escludere l’eventuale
componente organica ed è importante per la donna verificare la sua adeguatezza
fisica. In molti casi di vaginismo è presente l’illusione di poter risolvere da
soli il disturbo in brevissimo tempo nonostante esso persista da molti mesi o
da anni. Solo quando si abbandona questa convinzione e si prende coscienza che
si ha bisogno di un aiuto qualificato è possibile guarire completamente dal
vaginismo.
Dott. Michele Fois
Psicologo Psicoterapeuta
Consulente in sessuologia
Elicriso Psicologia e Riabilitazione
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