Alla televisione si parla in
continuazione di questo Coronavirus, le scuole hanno chiuso all’improvviso e
non hanno più riaperto, senza possibilità di salutare maestre e compagni, non
si può più andare a giocare con gli amichetti, mamma e papà parlano a bassa
voce di qualcosa di misterioso, a volte li vedo molto preoccupati, cosa starà
succedendo?
Gli inevitabili cambiamenti che in questo periodo hanno stravolto
la nostra quotidianità e le nostre sicurezze, suscitando timori e incertezze
per il futuro, stanno facendo interrogare molti genitori su quali saranno le
conseguenze di tutto questo sui propri figli. Le
misure di restrizione e di distanziamento sociale sono ormai in vigore da due mesi ma non è mai
troppo tardi per riflettere e ragionare su come affrontare l’impatto emotivo
che l’emergenza sanitaria in corso può avere nella loro vita.
Tra
i bisogni emotivi primari dei bambini vi è quello della sicurezza e rassicurazione,
ma come si può rassicurarli se gli stessi adulti di
riferimento si trovano sotto stress, turbati, preoccupati e forse anche tristi?
Ecco
alcuni consigli e spunti di riflessione per aiutarli ad esprimere le loro
emozioni e a capire quello che sta succedendo senza spaventarli.
Cosa succede
in questo periodo nella testa dei bambini?
Immaginiamo di essere in un supermercato un giorno affollato, ci
guardiamo attorno e vediamo qualcuno preoccupato, qualcuno tranquillo, qualcuno
arrabbiato, qualcuno in preda ad un attacco di panico e qualcuno che
all’improvviso scappa via lasciando tutta la spesa nel carrello. Nessuno parla
e dice nulla ma le espressioni facciali e i comportamenti dicono molto e il
panico prende il sopravvento anche su di noi. Ecco per i bambini è così. Si
rendono conto che qualcosa di brutto sta accadendo ma se noi non gli forniamo
una spiegazione tendono a fantasticare e spesso le fantasie sono peggiore della
realtà spiegata in parole semplici. I bambini vivono nel presente e questo li
porta a preoccuparsi meno degli adulti di quello che accadrà domani. Un bambino
oggi può essere dispiaciuto di non aver potuto festeggiare il compleanno con
gli amichetti ma non è angosciato per la perdita del lavoro come può accadere a
un genitore. Bisogna evitare quindi di proiettare su di loro le nostre paure.
I bambini
sono contagiati dalle emozioni degli adulti
Fin da piccolissimi, in situazioni difficili, i bambini, fanno
proprie le emozioni che i genitori vivono in quel dato momento, come una sorta
di “contagio emotivo”. Si trovano quindi a dover gestire emozioni come
tristezza, paura e rabbia senza però avere le informazioni cognitive che
spiegano cosa sta accadendo. Per questo è necessario rassicurarli senza
nascondere la verità.
I bambini
hanno bisogno di sapere cosa succede
I bambini, a qualsiasi età, tendono a riempire i silenzi e a darsi
delle risposte che spesso sono più drammatiche della situazione reale e
suscitano più ansia di quanto ne creerebbe una spiegazione reale, seppur
semplificata, da parte di un adulto. Davanti ad una situazione così nuova è
necessario spiegare ai bambini cosa sta succedendo con parole semplici e
chiare, con spiegazioni adeguate all’età e senza drammatizzare. Usiamo parole
semplici e chiare, rispondiamo alle domande che il bambino pone senza spaventarci
o sottrarci.
Come
bisognerebbe spiegare cosa sta succedendo?
A prescindere dall’età del bambino è importante dire sempre la
verità ovviamente modulando il
linguaggio e le informazioni in base all’età del figlio. Stiamo attenti a non
creare una dissonanza tra le emozioni negative che i bambini vedono e
percepiscono intorno a loro (stress, tristezza, nervosismo) e le informazioni
positive che gli forniamo (va tutto bene, non sta succedendo nulla, non
preoccuparti). Questa dissonanza crea preoccupazione e difficoltà nel gestire
ed esprimere la loro emotività. Insomma bisogna essere rassicuranti ma senza
nascondere la verità.
I bambini
hanno bisogno di esprimere le loro emozioni
Ciò che ha un nome si può affrontare e se forniamo un nome alle
emozioni che stiamo provando, noi adulti e anche i bambini, siano esse positive
o negative, le possiamo gestire meglio. Per questo è bene trovare un momento e
un luogo adatto, per sedersi e parlare con calma, spiegare e condividere le
emozioni che in questo momento stiamo provando noi e forse anche loro. Parliamo
e denominiamo le emozioni che stiamo provando in modo da aiutarli ad imparare
queste parole e a collegarle ai loro stati d’animo. Imparare a riconoscere le
emozioni è una questione di allenamento come tante altre cose. Con i bambini,
soprattutto quelli più piccoli, può essere utile il gioco simbolico: possiamo
mimare con dei pupazzetti la situazione attuale evidenziando anche gli aspetti
di rassicurazione e fiducia: oppure possiamo disegnare con loro aiutandoli a
rappresentare questo momento; in generale disegnare, colorare dipingere dare
forma con la pasta di sale sono tanti modi con cui si possono scaricare
tensioni e tirare fuori gli stati d’animo. Ci sono poi tanti libri che aiutano
a raccontare le emozioni attraverso le storie che raccontano.
Che altro si
può fare?
È importante mantenere una routine quotidiana, con abitudini e
orari stabili, l’organizzazione e la prevedibilità della giornata rassicura
tanto i bambini soprattutto i più piccoli.
Bisogna dare continuità ai rapporti importanti per il bambino (amichetti,
insegnanti, nonni e cugini) seppure a distanza con le videochiamate è
importante continuare a vederli e sentirli per evitare isolamento e offrire
rassicurazione del fatto che non li hanno persi e non sono scomparsi.
Se il proprio
figlio manifesta problematiche o comportamenti
mai avuti prima che fare?
Durante questo periodo un bambino potrebbe esprimere un disagio
emotivo manifestando un comportamento mai avuto prima o attraverso una
regressione o attraverso forme di aggressività e crisi di pianto. Questo vale
soprattutto per i bambini più piccoli che ancora non riescono a verbalizzare le
loro emozioni. Innanzitutto dobbiamo accogliere i loro comportamenti e
manifestazioni, accettandoli senza spaventarsi. Fondamentale è non sottolineare
troppo il comportamento sbagliato, non sgridare il bambino. Alcune cose sono
fisiologiche e dopo essere comparse improvvisamente possano regredire
spontaneamente. Se la problematica dovesse persistere può essere utile
ricorrere ad un esperto.
Insomma, i bambini anche e soprattutto in questa situazione hanno
bisogno di vivere un ambiente il più possibile sereno, di non venire angosciati
da immagini e discorsi catastrofici e di avere dei genitori emotivamente
disponibili.
Se sentite che non ce la fate e che sta diventando troppa dura
ricordate che tanti psicologi si sono organizzati per offrire sostegno
psicologico anche a distanza.
Dott.ssa Suhail Zonza Psicologa Psicoterapeuta
in collaborazione con la dott.ssa Laura Franceschin Psicologa
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