Come comunicare la separazione ai bambini
La separazione dei genitori è
indubbiamente un evento stressante e traumatico per i figli, per cui è evidente
che, quando e se è possibile, sarebbe meglio evitar loro questa
esperienza. Ma ciò non può però significare
che si deve stare insieme ad ogni costo.
È ormai assodato che è la conflittualità
tra i genitori, più che la separazione in sé, a produrre effetti negativi sul
benessere dei figli. I continui litigi fra i genitori possono costituire,
infatti, un attacco all’identità del bambino. Quando, dopo aver fatto tutti i
tentativi possibili, la coppia non riesce più a trovare un accordo, una
separazione gestita bene è sicuramente meno negativa per i figli che assistere
ai litigi quotidiani tra mamma e papà.
Quando due genitori si separano nel
bambino si verifica uno sconvolgimento emotivo che richiede tempo e alcune
attenzioni per essere “elaborato”. Le ricerche e gli studi dimostrano che,
nonostante il dolore e la sofferenza iniziali, la maggior parte dei bambini recupera
un completo benessere entro due anni dalla separazione. Ovviamente questo
dipende dal modo in cui è stata gestita la separazione da parte dei genitori.
Le spiegazioni che i bambini si danno
delle cose che accadono riflettono anche la loro conoscenza del mondo e i loro
bisogni emotivi. Un bambino di 4 anni a cui non è stato detto della separazione,
o è stata detta una mezza verità, può pensare di essere stato abbandonato dal
genitore che non vive più in famiglia, che addirittura se ne è andato via perché
lui non vale nulla. I bambini tendono a pensare che i genitori si separano per
colpa loro, magari perché li hanno sentiti
discutere sul loro comportamento scolastico, o su qualcos'altro che li
riguardava.
Nei bambini vi è la paura latente di
essere abbandonati e la separazione rende tangibile questa paura. L’intensità
dell’emozione è massima quando vi è una forte conflittualità e non viene loro comunicata
la decisione, né vengono rassicurati sul fatto che il genitore che lascia la
residenza familiare continuerà comunque a vederli.
Molti bambini hanno fantasie di
riunificazione che li spingono a fare dei tentativi per far tornare insieme i
genitori, a volte anche creando le occasioni per un incontro combinando qualche
guaio o andando male a scuola. Questo aspetto si complica quando la separazione
non è accettata da uno dei due genitori e spesso, in questi casi, i bambini si
fanno interpreti del desiderio del genitore di tornare con l’altro.
Per tutti questi motivi, e anche perché è
ormai accertato che gli effetti peggiori si verificano proprio nei casi in cui
i bambini non hanno una giusta comprensione degli avvenimenti, è necessario
aiutare i propri figli ad avere una reale e corretta comprensione di ciò che
sta accadendo.
Consigli:
·
Comunicare che i genitori si separano. È fondamentale comunicare ai figli ciò
che sta accadendo e perché. Sarebbe meglio annunciare la decisione prima che
venga messa in pratica evitando le conferenze
al vertice convocate con toni ufficiali ("mamma e papà vi devono parlare
di una cosa importante") che risultano imbarazzanti e fonte di tensione
per i bambini.
·
Essere chiari ma non dilungarsi. Parlarne con calma, con parole chiare e
semplici senza accusare e, soprattutto, senza fornire dettagli inutili o
angoscianti.
·
Dare la notizia insieme. La comunicazione andrebbe fatta
possibilmente insieme, quando ci si sente sicuri della propria decisione e
pronti a parlarne con serenità. Nel caso in cui non fosse possibile, bisogna
spiegare che è una decisione presa di comune accordo.
·
Spiegare ai bambini che la separazione è
frutto della decisione dei genitori. I genitori dovrebbero chiarire esplicitamente ai figli che la
separazione è una questione loro, e che loro non hanno colpe né responsabilità.
·
Rassicurare i bambini che
papà e mamma continueranno a prendersi cura di loro, anche se separatamente,
che l’affetto di mamma e papà per loro resta
immutato e che il genitore che si allontana da casa continuerà ad occuparsi di
loro e li vedrà spesso.
·
Cercare di mantenere le abitudini fondamentali (orari dei pasti e del
sonno, etc.) che, in particolare in momenti critici, costituiscono dei punti di
riferimento, garantendo al bambino stabilità e continuità.
·
Stimolare i figli ad esprimere i propri
sentimenti e i propri pensieri sulla separazione,
in quanto possono essersi fatti idee sbagliate su quello che sta accadendo.
·
Rispondere alle domande dei figli, ma senza scendere troppo nei particolari
ed evitando di incolpare l’altro coniuge, anche nel caso in cui ci siano chiare
responsabilità.
·
Non coinvolgere e non strumentalizzare i
figli cercando la loro alleanza
o complicità contro l’altro genitore. Evitare di usarli come giudici chiedendo
un’opinione su chi dei due abbia ragione o torto. Evitare di usarli come
messaggeri, informatori o testimoni contro l’altro (ad esempio chiedendogli di
raccontare tutto ciò che l’altro genitore detto dice o fa).
·
Evitare i cambiamenti di ruolo trasformando i figli in consolatori della
mamma o del papà (magari anche concedendo loro di dormire nel lettone nel posto
lasciato libero), facendo molta attenzione alle richieste affettive che gli si
fanno e al ruolo che gli si chiede di ricoprire.
·
Non litigare in loro presenza, cercando di non alzare la voce e di non
insultarsi reciprocamente.
·
Non demolire l’immagine dell’altro
genitore, lasciando che i
bambini nutrano lo stesso affetto per entrambi, evitando di screditare o
svalutare l’ex partner.
·
Cercare i modi e i tempi più adatti per
presentare un eventuale nuovo partner, evitando di ufficializzare la relazione immediatamente dopo la
separazione e, soprattutto, senza presentarlo come futuro genitore e evitando
confronti.
Nessun commento:
Posta un commento